I luoghi giubilari: le carceri di Cuneo e Fossano

Nell’Anno giubilare saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio. Penso ai detenuti che, privi della libertà, sperimentano ogni giorno, oltre alla durezza della reclusione, il vuoto affettivo, le restrizioni imposte e, in non pochi casi, la mancanza di rispetto. Propongo ai Governi che nell’Anno del Giubileo si assumano iniziative che restituiscano speranza; forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società; percorsi di reinserimento nella comunità a cui corrisponda un concreto impegno nell’osservanza delle leggi” (Papa Francesco – Spes non Confundit 10).

La dignità della pena è fondamentale e necessaria nel percorso di recupero della persona che ha sbagliato. La pena deve salvaguardare i diritti fondamentali affinché ogni uomo sia considerato uomo. Per questo motivo è di grande importanza l’umanizzazione della pena con l’applicazione di una giustizia che riabiliti il soggetto e si confermi come giustizia riparativa.

Casa circondariale di Cuneo (dati del 16 dicembre 2024) – detenuti
Capienza regolamentare dichiarata433(52 non disponibili)45 in regime di 41bis e con l’apertura del nuovo padiglione si arriverà a 90 detenuti
Presenti al 29 febbraio 2025381234 non italiani (70%)102 italiani (30%)336in media sicurezza La metà sono occupati:a scuola a scuola (alfabetizzazione, elementari, medie, triennio alberghiero, scuola edile)in lavori interni (pulizia, mensa, spesino…)in lavori esterni (15 semiliberi che lavorano, alcuni nel forno gestito dalla coop “’L panatè”, altri per comuni o ditte esterne, con obbligo di rientrare alla sera in carcere)L’altra metà non è occupata in alcuna attività
15in regime di semilibertà
Casa circondariale di Cuneo (dati del 16 dicembre 2024) – personale
QualificaPianta organicaEffettivi
Esperti ex art. 80 (Psicologi)nessuno4 con 64/h totali
Agenti157158
Ispettori212
Sovrintendenti257
Educatori54
Mediatorinessunonessuno

La presenza di molti detenuti non italiani stride con l’assenza di mediatori culturali e la scarsità di educatori. Inoltre, sul fronte del personale mancano le figure di coordinamento apicale.

Casa di reclusione di Fossano a custodia attenuata
Capienza regolamentare dichiarata136
Presenti al 30 novembre 2024109

A tale scopo è quantomeno necessario il coinvolgimento della comunità intera: sia quella carceraria (detenuti, amministrazione penitenziaria, personale di guardia, cappellania del carcere, associazioni di volontariato che operano internamente e supportano il lavoro degli educatori promuovendo servizi e attività al fine di migliorare le condizioni di vita dei reclusi) sia la comunità esterna che si fa promotrice di iniziative volte a fare sentire meno soli quanti sono detenuti, promuovendo una cultura della ‘misericordia’ e forme di  giustizia riparativa come pure l’inserimento lavorativo a fine pena.

Notevole è l’esperienza della ‘Cascina Pensolato’ sul territorio fossanese a cui rimandiamo per una conoscenza più approfondita tramite questo link.

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