La città desiderata

Giustizia riparativa
Ripristinare le relazioni tra
vittime, colpevoli e comunità

La città desiderata

Giustizia riparativa
Ripristinare le relazioni tra
vittime, colpevoli e comunità

 

A Novembre 2023, nella città di Fossano, è iniziato un progetto dal nome “Giustizia riparativa”.

La Giustizia Riparativa consiste nel desiderio di ripristinare delle relazioni tra vittime, colpevoli e comunità, in seguito ad un reato o ad un fatto che ha provocato danni o offese.

L’idea della Caritas è di sensibilizzare la comunità sui valori della Giustizia Riparativa e, con il coinvolgimento di tutti, dare vita ad un nuovo modo di gestire i conflitti, le offese e i danni – proprio a partire dalla vita quotidiana.

Nel mese di novembre sono stati realizzati degli incontri serali in occasione della settimana mondiale della Giustizia Riparativa con l’intervento di vari esperti del settore.

Il racconto degli incontri

Nel primo incontro, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere Giovanni Ghibaudi, Presidente del comitato Nazionale Mediatori esperti in Giustizia riparativa.

Il suo intervento è stato illuminante sull’efficacia della mediazione in ambito penale, civile e sociale.

Durante il secondo incontro, abbiamo coinvolto un docente piacentina – Dott.ssa Donata Horak – che ha spiegato come già nella Bibbia fosse presente (insieme alla Giustizia Retributiva) l’utilizzo della Giustizia Riparativa nella gestione dei conflitti.

Nell’ultimo incontro è sttao proiettato il film “The meeting”, un docudrama che narra la vicenda di una donna vittima di violenza che – a distanza di nove anni – incontra il suo stupratore.

Il racconto del vissuto, dei sentimenti, delle sofferenze, della vita sconvolta che ne è conseguita a questo crimine ha consentito al suo assalitore, di acquisire una consapevolezza della gravità del gesto compiuto e stimolare nella propria coscienza un inizio di revisione e di programmazione di una vita nuova. 

Un film drammatico ma che apre uno spiraglio di luce su un concetto fondamentale: il processo di giustizia riparativa non va a sostituire quello penale ma crea semplicemente la possibilità di un confronto positivo e di dialogo tra le parti coinvolte.

Attraversare il dolore: vittime e responsabili della lotta armata a confronto

La serie di incontri pubblici sulla Giustizia Riparativa, organizzati dalla Caritas diocesana di Cuneo e Fossano, si conclude con la testimonianza di Guido Bertagna, Oscar Alasia e Giorgio Paolo Bazzega.

Un’occasione speciale, per l’intensità dei racconti che si potranno ascoltare dalle loro voci, da persone le cui vite innocenti sono state drammaticamente segnate dalla violenza, provocata o subita da propri familiari.

Nella notte tra il 14 e 15 dicembre 1976, le forze dell’ordine intervengono per arrestare Walter Alasia, sospetto di appartenere alle Brigate Rosse. Walter spara e uccide due poliziotti (Sergio Bazzega e Vittorio Padovani), prima di essere a sua volta ferito e ucciso mentre tenta la fuga.

Oscar è il fratello maggiore di Walter. Giorgio Paolo Bazzega è il figlio di Sergio, e aveva due anni quando suo padre è stato ucciso.

Guiderà l’incontro padre Guido Bertagna, gesuita, che ha coordinato, insieme ad Adolfo Ceretti e Claudia Mazzuccato, il Gruppo dell’Incontro, percorso di Giustizia Riparativa che ha messo a confronto vittime e responsabili della lotta armata che a cavallo degli anni ’70 e ’80 del secolo scorso ha causato la morte di oltre 400 persone ed il ferimento di altre 1500. 

Venerdì 1^ marzo, incontro con Alessandro Ongaro, operatore della Caritas di Verona specializzato in Giustizia Riparativa.

Alessandro ci ha raccontato com’è nato il tavolo riparativo a Verona con la collaborazione di diversi enti tra cui anche avvocati e Forze dell’Ordine, e su varie formazioni che come Caritas, svolgono all’interno delle scuole venete.

 

Il suo intervento ci ha anche permesso di conoscere i 10 modi di vivere l’approccio riparativo nella nostra vita quotidiana.

Ospite Bruna Dighera, psicologa e psicoterapeuta, referente del “Tavolo dell’Innominato”, progetto portato avanti a Lecco.

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