Papa Francesco in una sua catechesi di alcuni anni fa affermava che noi cristiani «siamo gente più di primavera che d’autunno». A primavera non ci sono ancora i frutti, ci sono solo i germogli e non dappertutto. Alcuni campi sembrano ancora aridi; dei boschi sono ancora sconvolti dalle ultime tempeste di inverno. Ma anche lì, sotto terra, ci sono dei semi pronti a germogliare, che il Signore affida alla nostra responsabilità e al nostro impegno quotidiano.
La colletta del 18 e 19 febbraio delle nostre Diocesi di Cuneo e di Fossano, che ha anticipato quella nazionale indetta per questa Domenica 26 marzo V di Quaresima, è stato un segno evidente della volontà del nostro territorio di sentirsi fratelli tutti, coltivatori di speranza, coltivatori di quella rinascita a cui la primavera anela e ha raccolto tra privati, associazioni e Parrocchie più di 83.000,00 euro.
Le offerte verranno inviate a Caritas Italiana che, grazie alla rete di Caritas Internationalis, finanzierà il sostegno alle comunità colpite nel viaggio ardua della rinascita.
Nell’immediato i progetti riguardano principalmente l’assistenza umanitaria per fornire cibo, alloggio, beni di prima necessità con una particolare attenzione ai più vulnerabili come gli anziani, i minori, i malati, i disabili. L’accoglienza richiede anche la messa a disposizione di mense per la fornitura di pasti, strutture per una assistenza sanitaria, spazi per l’accoglienza e l’animazione dei bambini.
In prospettiva l’impegno è di restare accanto alle comunità colpite per un periodo medio-lungo perché ci sarà bisogno di rimanere a fianco delle persone colpite anche dopo questa prima fase di emergenza. Gli ambiti di impegno più importanti saranno:
- Il supporto psicologico per far fronte ai traumi vissuti da tante persone.
- La riparazione e la ricostruzione di abitazioni e di strutture socio-educative e comunitarie
- La riabilitazione e l’avvio di attività economiche a gestione familiare, di promozione dell’occupazione e dell’autoimpiego.
Il terremoto ha colpito comunità e territori che erano già caratterizzate da gravi situazioni di povertà e vulnerabilità, sia in Turchia sia in Siria. Quindi, oltre a prendersi cura dei bisogni materiali, Caritas organizzerà anche iniziative di inclusione sociale dei più vulnerabili e azioni di ricostruzione dei legami comunitari.
“In entrambi i Paesi gli operatori e i volontari di Caritas”, si legge nel sito https://www.caritas.it/emergenza-terremoto-in-turchia-e-siria/”, stanno distribuendo cibo, acqua, coperte, materassi agli sfollati accolti nei diversi centri, e stanno verificando i bisogni e le condizioni di sicurezza per la pianificazione di interventi più organici.
Caritas Siria è attiva con 295 operatori e volontari siriani ad Aleppo, Lattakia e Hama, all’interno dei vari centri che accolgono gli sfollati in scuole, chiese, moschee, palestre o campi spontanei. Particolarmente grave la situazione per i tanti anziani, più vulnerabili al freddo e al disagio nei centri di accoglienza, nonché al trauma di aver perso le proprie abitazioni. Un gruppo di volontari di Caritas Libano è partito da Beirut alla volta di Lattakia per affiancare Caritas Siria nell’aiuto alle popolazioni colpite. Si tratta di giovani volontari, formati grazie a un progetto sostenuto da Caritas Italiana. In Turchia si mantiene un contatto costante con gli operatori di Caritas Italiana presenti a Istanbul in appoggio alla Caritas nel Paese, che opera in continuo raccordo con le autorità locali per l’organizzazione degli aiuti.”
Dalla Diocesi di Cuneo | |
18/19 febbraio
offerte della colletta in Parrocchia |
41.270,00 euro |
Privati e associazioni
nei giorni precedenti e seguenti la raccolta |
16.450,00 euro |
Per un totale di |
57.720,00 euro |
Dalla Diocesi di Fossano | |
18/19 febbraio
offerte della colletta in Parrocchia |
18.800,00 |
Privati e associazioni
nei giorni precedenti e seguenti la raccolta |
6.285,00 |
Per un totale di |
25.085,00 euro |
È lo spirito di partecipazione e condivisione che rimette al centro la carità, come nelle prime comunità cristiane, con la capacità di trovare forme nuove di solidarietà e di prossimità, di costruire legami e relazioni.
«Quello che è successo ormai è troppo. Anche il terremoto no. Ktir, ktir, dicono i siriani. Troppo. Per la prima volta ho visto un popolo sfiduciato che fino ad ora, nonostante i 12 anni di guerra, era riuscito a mantenere la speranza nella prossima fine del conflitto. Ma adesso le persone sono veramente stanche, logorate, divise».
Il racconto di Danilo Feliciangeli, referente Caritas Italiana per i progetti in Medio Oriente, tornato il 9 marzo dalla Siria dove si è recato per pianificare i prossimi interventi dell’organismo caritativo della Cei a favore della popolazione locale rende bene l’idea di un popolo, quello siriano, senza più speranza.
A primavera non ci sono ancora i frutti… Ma sotto terra ci sono dei semi pronti a germogliare.
Siamo operatori di pace. Siamo operatori di speranza.
Per approfondimenti
https://www.italiacaritas.it/2023/03/13/sostenuti-dal-cuore-della-gente/
https://www.italiacaritas.it/2023/03/15/i-fiori-fra-le-macerie-del-terremoto/