17 ottobre – Giornata mondiale di lotta contro la povertà

“Il 17 ottobre, celebriamo la Giornata mondiale di lotta contro la povertà. Quest’anno la giornata affronta due questioni di grande importanza anche per Caritas: l’accesso universale a un lavoro dignitoso e alla protezione sociale, come mezzi per elevare la dignità delle persone.

Nella lotta contro la povertà, il ruolo primario di Caritas è quello di animare e coinvolgere le comunità. Essere sul territorio, agli incroci delle strade, incontrare quotidianamente volti, storie, accompagnare persone, ci aiuta a leggere i cambiamenti e le trasformazioni e a promuovere accoglienza, capacità di riconoscere l’altro con le sue povertà, espresse e non espresse, ma anche di valorizzarne le potenzialità.

Coerentemente con tale approccio è stato sviluppato negli anni un ampio e permanente sistema di monitoraggio statistico delle attività di ascolto e sostegno realizzate sul territorio, che coinvolge ormai la quasi totalità delle diocesi italiane…” (dalla Nota Caritas in occasione della Giornata mondiale di lotta contro la povertà)

In occasione di questa giornata è stato presentato a Roma il XXXII Rapporto Immigrazione Caritas e Migrantes.

Contesto internazionale:
Nel 2021, i migranti internazionali hanno raggiunto i 281 milioni, pari al 3,6% della popolazione globale. La maggior parte si è spostata per lavoro.
In Europa, i permessi di soggiorno per lavoro sono aumentati significativamente, raggiungendo il 45% nel 2021. L’UE ospita 23,7 milioni di cittadini di paesi extra-UE e 37,5 milioni di persone nate all’esterno dell’UE.
La guerra in Ucraina ha provocato una crisi migratoria, con 8,3 milioni di ucraini fuggiti in Europa fino a maggio 2023. Circa 5 milioni hanno ricevuto protezione temporanea, con la Polonia che ne ospita il maggior numero (1,6 milioni).
In Italia, ci sono 175.000 rifugiati ucraini, con una comunità ucraina già stabilita che conta circa 225.000 persone, di cui il 79% sono donne.

I conflitti globali hanno causato 28,3 milioni di sfollati interni, il numero più alto dell’ultimo decennio, con gli ucraini che ne rappresentano il 60%.

Contesto italiano:

All’inizio del 2023, l’Italia ospita 5.050.257 cittadini stranieri, con la maggioranza residente nel Nord Italia (59,1%). La Lombardia ha la più alta percentuale di residenti stranieri (23,1%).
Le principali nazionalità includono rumeni, marocchini e albanesi, con un aumento dei migranti da paesi asiatici come Bangladesh e Pakistan, mentre le nazionalità storiche come Cina e Filippine sono in calo.
I nascituri stranieri sono diminuiti del 28,7% dal 2012 al 2021. Le principali nazionalità dei nuovi nati sono rumene, marocchine e albanesi.
Le naturalizzazioni sono diminuite, con un calo del 7,5% tra il 2020 e il 2021. L’Albania rappresenta il maggior numero di nuove cittadinanze, seguita da Marocco, Bangladesh, India e Pakistan.

Lavoro: le dinamiche occupazionali dei lavoratori stranieri

Si suggeriscono diverse dinamiche significative relative al lavoro e all’occupazione dei lavoratori stranieri in Italia, tra cui la ripresa economica, i cambiamenti nei settori di impiego, le disparità nei tassi di occupazione tra diverse nazionalità e le sfide nell’integrazione nel mercato del lavoro.
Nel complesso, queste tendenze sottolineano l’importanza di politiche inclusive che non solo facilitino l’integrazione dei lavoratori stranieri nel mercato del lavoro, ma che riconoscano e valorizzino anche le loro qualifiche e esperienze, promuovendo l’equità e la diversità nell’economia italiana.

Povertà: i cittadini stranieri sono l’utenza prevalente dei Centri d’ascolto Caritas

Si evidenzia una disparità significativa e preoccupante nella distribuzione della povertà in Italia, con un impatto sproporzionato su famiglie e individui stranieri, in particolare durante e dopo la crisi economica del 2008 e la pandemia di COVID-19.
La risposta a queste sfide richiede un approccio multiforme. Potrebbero essere necessarie politiche mirate a migliorare l’uguaglianza dei salari e le condizioni di lavoro, estendere la protezione sociale, e fornire supporto nella formazione e nell’istruzione per adulti e bambini. Inoltre, programmi di integrazione linguistica e culturale, insieme a misure contro la discriminazione, possono aiutare a ridurre le barriere che gli stranieri affrontano nel mercato del lavoro e nella società più in generale.
Per affrontare la povertà infantile possono essere cruciali investimenti specifici nell’istruzione, nei servizi sanitari e nelle opportunità ricreative, così come il supporto diretto alle famiglie attraverso sussidi o crediti fiscali. È essenziale che queste misure siano accessibili e inclusive per le famiglie straniere, che spesso affrontano ostacoli aggiuntivi nell’accesso ai servizi.

Istruzione: stabili gli alunni “stranieri”. Sempre più i nati in Italia (e gli universitari)

I dati presentati rivelano vari aspetti interessanti e importanti dell’istruzione in relazione agli studenti stranieri in Italia.
Inoltre, è essenziale riconoscere che molti studenti stranieri nelle scuole sono ormai nati e cresciuti in Italia. Questo gruppo particolarmente può sentirsi culturalmente e socialmente legato al paese, anche se le leggi sulla cittadinanza potrebbero non riflettere questa connessione. La sfida per il sistema educativo italiano è di riconoscere e valorizzare la diversità culturale come risorsa, promuovendo un’educazione inclusiva e equa che permetta a tutti gli studenti di prosperare, indipendentemente dalla loro origine.

Salute: disuguaglianza nella tutela, soprattutto delle nuove madri

I dati presentati rivelano sfaccettature complesse e sfide significative riguardanti la salute e l’assistenza sanitaria in relazione ai cittadini stranieri in Italia, in particolare le donne straniere e i professionisti sanitari.
Nel complesso, questi dati evidenziano la necessità di politiche e programmi che promuovano una maggiore equità nella salute, soprattutto per le nuove madri straniere, e che riconoscano e integrino meglio i professionisti sanitari stranieri nel sistema sanitario. Ciò richiede un approccio olistico che consideri i determinanti sociali della salute, elimini le barriere all’accesso ai servizi sanitari e offra percorsi chiari di integrazione professionale per i lavoratori sanitari stranieri.

Criminalità e discriminazioni

I dati presentati evidenziano questioni complesse legate all’immigrazione, alla criminalità, alla discriminazione e alla vulnerabilità degli stranieri in Italia, con implicazioni che richiedono una considerazione attenta e politiche ben ponderate
È fondamentale un approccio olistico che non solo affronti le questioni di criminalità e giustizia, ma riconosca anche gli stranieri come vittime di crimini e discriminazioni. Questo richiede un cambiamento nel discorso pubblico, politiche di integrazione più efficaci, riforme nella giustizia penale e nei servizi sociali, e un forte impegno per combattere la discriminazione e promuovere l’uguaglianza.

Comunicazione: necessario un cambiamento della narrazione, per superare quella dell’emergenza

La narrazione mediatica intorno all’immigrazione e alle tragedie che coinvolgono i migranti, come quelle di Lampedusa nel 2013 e di Steccato di Cutro nel 2023, ha un impatto profondo sulla percezione pubblica e sull’approccio politico a queste questioni. Il cambiamento nello stile e nel focus della comunicazione nel corso di un decennio, da una cornice umanitaria a una più orientata alla sicurezza, riflette non solo un cambiamento nel clima sociale e politico in Italia, ma potrebbe anche influenzare l’empatia e la risposta del pubblico verso i migranti.

Cultura: il racconto dell’immigrazione passa anche dal cinema, ma con poco spazio per le donne

Il cinema ha il potere di influenzare profondamente la percezione pubblica e la cultura, fungendo da specchio della società e, in molti casi, guidando il cambiamento sociale. La rappresentazione delle esperienze migratorie nel cinema è cruciale per aumentare la consapevolezza, la comprensione e l’empatia verso le sfide che i migranti affrontano. Tuttavia, come sottolineato, c’è una disparità significativa quando si tratta della rappresentazione delle donne, in particolare delle donne migranti, nel cinema.

Appartenenza religiosa e migrazioni forzate dei cristiani dal Medio Oriente

La situazione dei cristiani nel Medio Oriente è stata motivo di profonda preoccupazione negli ultimi anni. La violenza settaria, i conflitti armati, l’instabilità politica e l’ascesa di gruppi estremisti come l’ISIS hanno messo in pericolo non solo la sicurezza fisica ma anche l’eredità culturale e religiosa dei cristiani nella regione. In questo contesto, la variegata composizione religiosa dei migranti in Italia rappresenta una nuova dimensione della società italiana. Ogni gruppo porta con sé non solo credenze e pratiche religiose, ma anche una storia di sfide, sofferenze e speranze. La risposta a questa situazione complessa richiede empatia, dialogo interculturale e interreligioso, politiche inclusive e, soprattutto, un impegno costante per la pace e la giustizia a livello globale.

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